La durata media di una gravidanza è compresa fra le 37 e le 42 settimane, si definisce quindi parto pretermine o prematuro un parto il cui travaglio ha luogo tra la 20° e la 37° settimana di gestazione.

Ogni anno in tutto il mondo sono circa 13 milioni i bambini che nascono prematuri, 500.000 nella sola Europa (1 su 10) mentre ben quattro milioni sono i decessi correlati alla prematurità.

In Campania sono 3.800 i bambini nati prematuri ogni anno, circa il 6,4 per cento di tutte le nascite della Regione, il 10 per cento di quelle totali registrate nella Penisola e tale dato appare in costante aumento.

Lo sviluppo della scienza medica permette, attualmente, anche ai prematuri gravi una buona possibilità di sopravvivenza, purché siano assistiti in reparti di neonatologia attrezzati e dotati di personale competente.

La prematurità è comunque una condizione che non deve essere mai sottovalutata, perché il neonato, oltre al rischio di non sopravvivere dopo il parto pretermine, deve fronteggiare la possibilità di subire conseguenze permanenti legate al non completo sviluppo dei suoi organi. Il bambino prematuro si trova, infatti, sbalzato nel mondo esterno quando non è ancora pronto ad affrontare la vita fuori dall'ambiente protettivo dell'utero materno. Per questo è fondamentale, nel corso del ricovero presso i reparti di TIN e dopo la dimissione, un attento follow-up per diagnosticare ed affrontare precocemente eventuali patologie che un prematuro nella maggioranza dei casi presenta.

Anche l’occhio del bambino nato prematuro può presentare una serie di importanti problemi che vanno seguiti nel tempo per evitare l’instaurarsi di alcune patologie che possono compromettere in maniera anche grave la capacità visiva di questi neonati. Infatti quando un bambino nasce prematuro, la retina non ha ancora completato il suo sviluppo. I vasi sanguigni sono presenti solo nella sua parte posteriore ma non nel resto della retina, un anomalo sviluppo di tali vasi può provocare gravi danni al delicato tessuto oculare, fino a provocarne il distacco e, conseguentemente la cecità del piccolo (retinopatia del prematuro o ROP).

Allo scopo di prevenire, diagnosticare e trattare correttamente tale malattia (causa principale della cecità infantile nei paesi più ricchi, quelli in cui, cioè, sopravvivono neonati sempre più piccoli) è in funzione presso l’Azienda Ospedaliera Santobono – Pausilipon di Napoli il Centro di Riferimento Regionale per la diagnosi, la prevenzione ed il trattamento chirurgico di tale grave malattia dell’occhio.

Il centro è diretto dal Dr. Salvatore Capobianco cha da alcuni mesi ha assunto anche la presidenza nazionale del “Gruppo di Studio Italiano” costituito da oculisti e neonatologi che si occupano della malattia.

Nel corso degli ultimi cinque anni presso la Struttura del Santobono sono state eseguite circa 10.000 visite a neonati prematuri o ex prematuri, 4.000 esami strumentali e sono stati operati circa 50 occhi salvando dal buio decine di neonati.

Il follow-up oculistico di tali neonati, eseguito dagli oculisti del centro di riferimento del Santobono, prevede una serie di controlli più frequenti nelle prime settimane di vita (eseguiti spesso nell’incubatrice presso le TIN più importanti della regione) e, quindi, più diradati nel tempo fino all’età di circa due anni, allo scopo di ridurre sempre di più l’ipovisione che può insorgere nei pazienti prematuri ed ex-prematuri per problemi legati alla retinopatia, ma anche ad altre patologie frequentissime in questi neonati, quali lo strabismo, l’ambliopia ed i gravi difetti di refrazione.